Casa Museo della Gente di Lozio
Posizione
La Casa Museo della Gente di Lozio (ex Casa Nobili, un tempo edificio di proprietà della famiglia Nobili) si trova a Villa, una delle quattro frazioni del Comune.
Si tratta di un edificio perfettamente conservato nelle sua composizione architettonica e nelle sue caratteristiche artistiche e storiche, come si nota tanto nei materiali quanto nelle strutture (per esempio volte in pietra, pavimenti in legno e solaio).
E’ stata definita Casa Museo poichè ancora ben riconoscibili sono gli spazi interni originari dell’abitazione, con le loro caratteristiche tipologiche e costruttive, che guidano il percorso del visitatore in una successione di ambienti dalla stalla alla cucina, entrambe a piano terra e salendo alle stanze da letto, al fienile e al sottotetto.
La stalla è sormontata da una volta in pietra che reca un’apertura (bus del fè, letteralmente buco del fieno) che dal fienile, colmo di rastrelli, forche, tridenti e gerle, posto al piano superiore, consentiva un agevole rifornimento di fieno per gli animali.
Lo spazio della cucina è un ricettacolo che ospita un camino, all’interno del quale pende il paiolo, una credenza in legno con farinera (ovvero grandi cassetti con apertura a ribalta, che venivano riempiti di farina) e vari strumenti appesi alle pareti: pentole, mestoli, posate, piatti, taglieri in legno, tazze ..
Salendo, si entra nelle stanze da letto, che sono meticolosamente arredate con mobiletti ricolmi di accessori femminili e con quadri contenenti numerosi ricami creati dalle donne del luogo.
Ci si imbatte in un locale dedicato a vetrine che espongono abiti di tradizione locale della fine dell’800 e dei primi del 900; si può osservare una piccola culla.
Ogni stanza offre dettagli di una quotidianità così lontana eppure così vicina, oggetti domestici che riconducono ai valori della vita famigliare: un ferro da stiro, una macchina da cucire, un rasoio da barba.
Grande spazio è dato agli attrezzi da lavoro di varia natura: mezzi d’opera di falegnami, calzolai, minatori, contadini.
La forza e l’urgenza del lavoro manuale maschile, nella sua forma più pura, quella della necessità, trapelano in ogni angolo e si compenetrano con l’arte, l’estro, la raffinatezza e la diligenza del lavoro manuale femminile.
Una sezione è interamente dedicata alla scuola e all’educazione: tra il resto, un banco, un quaderno, un calamaio, un atlante che riposa.
E poi una vecchia fisarmonica con il suo spartito.
Foto antiche alle pareti, volti che raccontano se solo si sceglie di ascoltare.