Segheria veneziana XIX secolo - Fucine frazione di Darfo Boario Terme

Segheria veneziana XIX secolo - Fucine frazione di Darfo Boario Terme

Posizione

Itinerari: mappa rossa
Memoria del lavoro

La segheria detta “alla veneziana” venne introdotta in Trentino e Lombardia intorno al XIII secolo, e si diffuse nelle zone d’approvvigionamento di legname della Repubblica di Venezia. L’architetto militare Agostino Ramelli, alle dipendenze della Serenissima, studiò questo brevetto per
lavorare i tronchi dove vi era un dislivello dell’acqua tale da permettere la produzione dell’energia necessaria per il funzionamento. L’edificio ha forma rettangolare allungata, con piano seminterrato in muratura, pavimento in assi, struttura a pilastri, capriate in legno di larice e copertura in assi sovrapposte o scandole. Accanto si trova un edificio in muratura adibito all’abitazione del segantino. L’acqua, prelevata dal torrente, è condotta alla segheria con un canale di legno sospeso su pali. L’ultimo tratto del canale, lo scivolo, inclinato di 45°, conduce l’acqua alla ruota a palette (molinèl); altro elemento importante è il deviatore, che permette l’arresto della ruota, deviando il flusso dell’acqua. Il tronco da segare è posto sul carro e fissato mediante una stanga (stango) e due cunei (còne); il carro scorre su una serie di rulli di legno e la via di corsa è leggermente inclinata per favorire il ritorno indietro alla
fine del taglio.
Il sig. Montanelli, soprannominato il “Radegot” (segantino) per l’attività svolta, raccontava di un lavoro di grande fatica fisica, attorno al quale gravitavano molti altri mestieri oggi scomparsi. Nel passato, infatti, ci si procurava personalmente il legname da lavorare, recandosi, a piedi e gravati da pesanti zaini, nei boschi circostanti (es. Cervera) per tagliare le “bòre” (tronchi). Questi, una volta sramati e scortecciati, venivano trasportati alla segheria con la “tiradùra”, arnese trainato da un mulo, oppure mediante la “prèala”, il carro da montagna. Negli ultimi anni il legname giungeva alla segheria con automezzi, ma la procedura di lavorazione era sempre quella storica.
NEI DINTORNI
Il Museo degli Alpini della Città di Darfo Boario Terme; l’Oratorio dei Morti, la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta e il ponte sull’Oglio nella frazione di Montecchio; il Parco locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro; le Terme di Boario ed il parco, la chiesa parrocchiale di S. Maria degli Alpini a Boario Terme.