I Segni della Cultura

Wall in Art – La street Art nella Valle dei Segni

Itinerario alla scoperta dei muri d’arte in Valle Camonica

MURI D’ARTE NELLA VALLE DEI SEGNI

Il progetto Wall in Art nasce dalla intuizione e dalla volontà del Distretto Culturale di Valle Camonica di mettere in correlazione due forme di arte, molto distanti temporalmente, ma entrambe orientate a “raccontare” in uno spazio pubblico, la vita nel suo dispiegarsi quotidiano.

Unendo idealmente passato e presente ha dato l’opportunità ai wallpainters contemporanei di scrivere un nuovo capitolo della storia cominciata dagli anti-chi abitanti della Valle Camonica con le incisioni rupestri. Otto giovani artisti, guidati da Ozmo, sono intervenuti sui muri messi a disposizione dai Comuni di Borno, Cerveno, Lozio e Malegno con opere di vario stile e carattere. L’obiettivo delle istituzioni è il coinvolgimento delle comunità locali, l’animazione artistica dei territori mediante l’uso di linguaggi innovativi, la creazione di un parco diffuso di arte pubblica che documenti la volontà della Valle dei Segni di riconfermarsi il luogo dei “segni” contemporanei.

Per maggiori informazioni visitare il sito Wall in Art – Wall in Art

Le tappe

Angone di Darfo Boario Terme - Wall in Art

PIXELETED MONA LISA WITH DESTRUCTURATED DONALD DUCK IN VALLE CAMONICA – di OZMO (2018)

Il punto di partenza di ogni lavoro di OZMO è l’ispirazione che arriva dal territorio. Per il murale sulla prima palazzina di via Silone, quella che accoglie chi raggiunge il quartiere, l’artista ha scelto così di “appropriarsi” de La Gioconda, l’icona dell’arte mondiale nel cui sfondo si possono riscontrare intriganti corrispondenze con scenari sebini e camuni e in particolar modo con lo scorcio che si può intravedere percorrendo la strada – che da Angone porta al Convento dell’Annunciata – situata proprio a monte della parete consegnata al suo intervento. OZMO reinterpreta il più celebre dipinto al mondo creando détournements dadaisti: aggiunge elementi casuali tra i quali il segno rosso, copre il volto della misteriosa donna con dei pixel, raffigura l’anatra, l’animale emblematico del luogo e migrante per eccellenza, nella sua versione ideata da Disney, il Paperino caro a generazioni di bambini, mentre si scompone nello spazio pittorico.
Dipinta con bombolette spray e acrilici, con le quali l’artista riesce a ottenere le caratteristiche estetiche tipiche della pittura a olio, Pixeleted Mona Lisa with destructurated Donald Duck in Valle Camonica, è un omaggio a Angone e al genio di Leonardo Da Vinci, è un’opera contemporanea d’avanguardia che sperimenta una messa in discussione delle modalità espressive della tradizione dei murales e che si e ci interroga sull’uso e sul potere delle immagini artistiche.

04 OZMO‘Pixelated Mona Lisa With Destructurated Donald Duck In Valle Camonica’ Angone Ph Davide Bassanesi 2

Angone di Darfo Boario Terme - Wall in Art

RADICI – di COLLETTIVO FX (2018)

L’opera Radici dipinta da Collettivo FX nel cuore del quartiere di Via Silone sembra essere da sempre installata dentro la montagna che si erge alle sue spalle. Ispirata dalla pianta urbanistica del quartiere e dalla comunità che lo abita, l’opera ha preso forma a colpi di rullo, un rullo sostenuto da un’asta lunga quanto l’altezza della palazzina.
Il suo bicromatismo, giocato su tinte suggerite dal contesto, nasconde e rivela al tempo stesso numerosi volti: quasi astratti e solo abbozzati sotto la linea del suolo (che coincide con l’estremità superiore del dipinto), e sempre più definiti a mano a mano che si scende nelle sue viscere, in profondità. Si tratta di ritratti di persone comuni, nei quali si possono intravedere lineamenti che appartengono ai residenti (un parallelismo con le espressioni più alte dell’arte in Valle Camonica: anche Romanino e Beniamino Simoni ritrassero gli abitanti del luogo nei propri capolavori), che si mescolano nella composizione a quelli di personaggi conosciuti. Ignazio Silone, il rivoluzionario marocchino Ben Barka, Carletto Mazzone e Pirandello, Didone – prima regina di Cartagine – e il patrono di Angone San Matteo, il calciatore Dybala e Madre Teresa: molti scelti e raffigurati dall’artista dopo una discussione e un confronto con la comunità, adulti e bambini senza distinzioni, dipinti fra radici che evocano appartenenza e connessioni, raccontano e rappresentano la multiculturalità e l’intergenerazionalità che contraddistinguono questo particolare quartiere.

C00 COLLETTIVO FX Radici Angone Ph Davide Bassanesi Copia

Breno - Wall in Art

MINERVA – di OZMO (2015)

Nell’ambito del progetto Wall in Art si è realizzato l’intervento artistico di Ozmo, al secolo Gionata Gesi, uno dei fondatori della Street Art italiana, le cui opere pubbliche fanno bella mostra di sé in Italia, in Europa, negli Stati Uniti, in centro e Sud America e in importanti collezioni museali.

Ozmo ha realizzato, ai piedi del castello medievale di Breno, in piazza Mercato, un’opera monumentale su una parete davvero imponente, che ha una superficie di circa 500 metri quadrati, costruita nei primi anni ‘80 con funzione di sostegno e riparo dalle rocce per il piccolo nucleo abitato della piazza.

L’opera, autorizzata dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Brescia, rappresenta la personale citazione dell’artista ed un suo rispettoso omaggio alla dea Minerva, uno dei simboli più significativi del patrimonio culturale e artistico della Valle Camonica, che si nutre della storia millenaria dell’umanità.

Ozmo Minerva 04

Malegno - Wall in Art

AMELIE E IL FANTASMA DEL PIZZO BADILE – di LAURA POLI (2015)

Nel progetto di Laura Poli, le figure delle incisioni rupestri della Valle Camonica sono inserite, assieme ad elementi naturali, in un paesaggio surreale dominato dalla sagoma del Pizzo Badile Camuno, che si erge nella media Valle Camonica. In questo luogo, solo nei giorni vicini agli equinozi, è visibile un particolare fenomeno atmosferico conosciuto come lo ”Spirito della Montagna”. Il sole sorge dietro la vetta della montagna e in adatte condizioni di umidità atmosferica, i suoi raggi proiettano la silhouette della montagna nel cielo, come una gigantesca ombra cinese. A custodire questo mondo magico e misterioso Laura Poli pone una bimba con il cerbiatto; la sua dolcezza e il suo senso di meraviglia si pongono in contrasto con il caotico movimento delle figure umanoidi dei “Pitoti” che vagano senza una direzione nello spazio dipinto.

Malegno Murale Di Laura Poli (Ph. Distretto Culturale VC)

Malegno - Wall in Art

MITES TERRAM POSSIDENT – di BORONDO (2018)

A Malegno, sul grande muro che si affaccia su Piazza Cesari, Borondo ha realizzato il murale Mites terram possident. Ispirata dalla fascinazione dell’artista per l’atto di scavare una superficie e lasciarvi un segno e dalla consapevolezza che la natura non solo sia fonte di ricerca spirituale per l’uomo, ma anche l’archetipo del suo modo di abitare e costruire lo spazio, l’opera si sviluppa come un dialogo tra lo spirito del luogo e la percezione che Borondo ha di tutto il contesto che lo circonda, in un processo di assorbimento, elaborazione, ricerca tecnica e restituzione.
Al centro della composizione la raffigurazione di una grotta che si trova nei pressi del paese si espande, seguendo le regole di una prospettiva frontale, nella sequenza di archi e colonne/pilastri di una navata. La parte inferiore della parete è stata invece trattata e preparata appositamente dall’artista affinché i bambini camuni – un centinaio di alunni di età diverse nel loro primo giorno di scuola – potessero vivere e conservare nella loro memoria l’esperienza del graffiare lasciando il proprio segno nell’opera, in continuità di pratica con gli antichi abitanti della Valle Camonica.
Il murale risulta ricco di elementi figurativi appartenenti a epoche diverse (e riconducibili al territorio) che si celano e svelano nello spazio pittorico: non solo le antichissime incisioni rupestri e quelle attuali degli studenti, ma raffigurazioni di tecniche di restauro, richiami ad affreschi e pezzi mancanti, il motto Mites terram possident (che non solo dà il titolo all’opera di Borondo, ma è anche stato impresso dai padri fondatori di Malegno nei vecchi portali e nello stemma comunale). La co-presenza di tutti questi segni, simboli e la loro stratificazione, il porre nel punto di fuga una soglia, rendono il murale un’opera aperta che invita a più livelli di lettura e interpretazioni.

Malegno Murale Di Borondo (Ph. Distretto Culturale VC)

Niardo - Wall in Art

EVOOLUTION – di ART OF SOUL (2017)

Ispirata dal contesto di Niardo e dallo spot, costituito da una sequenza di sei pareti una accanto all’altra, l’opera Evoolution di Art of Sool, collettivo di artisti camuni, è un omaggio al loro territorio, la Valle Camonica, da sempre culla e terreno fertile per la scrittura. Raffigurando i differenti supporti, strumenti, linguaggi e stili propri di ogni epoca, ne raccontano l’evoluzione a partire dal graffito preistorico fino a misteriosi segni futuristici. L’antico camuno e la pietra, l’uomo celtico con scalpello e martello, il monaco amanuense con penna di volatile e inchiostro, il pittore – la scena cita Dalì, Pollock e Haring – con l’inseparabile pennello e il writer contemporaneo con la bomboletta spray. A chiudere e riaprire il percorso dei segni è l’artista del futuro che, nelle sembianze di un alieno, con uno strumento avveniristico processa e “spara”, quasi come tributo e augurio, l’intera gamma dei colori associati nelle pareti precedenti, ciascuno a un periodo determinato del passato.

Niardo Evoolution Di Art Of Sool (Ph. Distretto Culturale VC)

Braone - Wall in Art

BRAONE 01 – di MONEYLESS (2017)

Moneyless ha realizzato il suo intervento artistico sulla parete, lunga 63 metri, che conduce nel centro storico del Comune di Braone. Il primo lavoro in Lombardia per l’artista, milanese di nascita, che realizza murales in tutto il mondo. Ai piedi di un monte, tra i grigi del piccolo borgo, l’opera Braone 01 combina all’essenzialità delle forme astratte i colori vivaci e i forti contrasti della natura e del paesaggio che la circonda. Se attraverso questa citazione e ricostruzione l’intervento evoca il legame con il luogo in cui vive, con il suo stile vi irrompe. L’intento di Moneyless è proprio quello di innescare un conflitto visivo tra opera e contesto, una tensione che sia da stimolo per la percezione e l’immaginazione. La sua pittura coinvolge la comunità e chi la osserva nel processo creativo consegnando la libertà totale di significarla. La peculiarità del supporto, che si sviluppa in lunghezza, invita a percorrere Braone 01, donandole ulteriore movimento e prospettive.

Braone Murale Braone 01 Di Moneyless (Ph. Distretto Culturale VC) (2)

Cerveno - Wall in Art

SOFFIO ANCESTRALE – di SILVIA PEZZOTTI e CAREZZA DEL TEMPO – di LISA RIZZIERI (2015)

Un progetto a 4 mani quello di Lisa Rizzieri e Silvia Pezzotti nel Comune di Cerveno, che prende le mosse dalla Street Art contemporanea. Un intervento di riqualificazione di uno spazio urbano di passaggio, di un luogo anonimo anche se attraversato quotidianamente dagli abitanti dell’area. Lo stile personale delle due artiste emerge nettamente, si contamina, dialogando a sua volta con gli antichi segni camuni che vengono riattualizzati e reinterpretati. La figura dello sciamano si staglia nello spazio, nettamente sospesa nell’orizzonte.In una sorta di transfert mistico muove concetti, emozioni e segni di una storia remota, verso il presente. Con questo intervento il “non-luogo” di passaggio assume un’identità propria, si riunisce con il suo tessuto sociale e si riappacifica con la sua storia e le sue tradizioni.

SENZA TITOLO – di ALEX CARSANA

L’opera di Alex Carsana è immediata e senza filtri, catalizza l’attimo plasmando ciò che ha a disposizione. Con ogni spruzzo delle sue bombolette spray connette la sua realtà sociale e urbana di riferimento con i luoghi in cui agisce, inserendo elementi simbolici immediatamente identificabili. Lo sguardo dello spettatore entra spontaneamente nella dimensione dell’artista, passando per il mezzo più semplice e diretto possibile: la strada. L’immaginario a cui attinge è approfondito da accurate ricerche anatomiche, privo di speculazioni o mediazioni culturali complesse.

Cerveno Murale Di Silvia Pezzotti E Lisa Rizzieri 02 (Ph. Distretto Culturale VC)

Paspardo - Wall in Art

OMAGGIO A BOB NOORDA E BRUNO MUNARI. LA DANZA DI SHIVA + PIZZO BADILE / CONCARENA E PARE QUASI D’ESSER BUONI – di 2501 (2016)

2501 interviene su due pareti che si fronteggiano in Piazza del Municipio a Paspardo, nel cuore del Sito Unesco.94 “Arte Rupestre in Valle Camonica”, lavorando sui concetti di dualismo e scomposizione/compenetrazione delle forme. Sulla parete del Comune, partendo dal simbolo della rosa camuna, una delle più antiche incisioni rupestri della Valle Camonica, l’artista giunge a un’estrema stilizzazione che segna una continuità con artisti e designer – come B. Munari e B. Noorda e che nella sua purezza e movimento pare emanare luce. Sull’altra parete due cerchi si intersecano a richiamare le due montagne sacre ai camuni: la Concorena e il Pizzo Badile e il dualismo fra pieni e vuoti, maschile e femminile, luci e ombre, preistorico e contemporaneo.

Paspardo Murale Omaggio A Pino Tovaglia, Bob Noorda, Roberto Sambonet E Bruno Munari. La Danza Di Shiva Di Never2501 (Ph. Distretto Culturale VC)

Borno - Wall in Art

SENZA TITOLO – di MARIA CHILLEMI (2015)

L’idea di progetto di Maria Chillemi trae origine dall’osservazione dei “Segni” caratterizzanti l’Arte Rupestre della Valle Camonica. Le linee essenziali e la sintesi formale che li contraddistingue, determinano un linguaggio che può definirsi primitivo e allo stesso tempo attuale. Nasce così una composizione geometrica astratta, dove gli antichi simboli camuni vengono combinati e riproposti, acquistando un ulteriore valore estetico, pur mantenendo la funzione comunicativa originale.

Maria Chillemi 2

Lozio - Wall in Art

SENTIERI – di ISABELLA TOSI (2015)

Il concept del progetto “Sentieri” di Isabella Tosi è narrare la storia camuna come un percorso, dove ogni arco rappresenta un capitolo, un’evoluzione della vita dei camuni preistorici seguendo idealmente i 5 periodi storici camuni: il PROTOCAMUNO, il I PERIODO, il II PERIODO, il III PERIODO e il IV PERIODO. Con l’obiettivo di reinterpretare in chiave contemporanea temi e simboli antichi, l’artista sottolinea l’evoluzione storica dell’arte rupestre attraverso l’uso del colore.

Protostoria: VERDE (epoca prima, poche evoluzioni e scoperte, presente nelle raffigurazioni solo nella caccia)

I Periodo: BLU (inizio fase spirituale)

II Periodo: GIALLO (presenza di piante topografiche)

III Periodo: ROSSO (inserimento di simboli femminili, scene più complesse, età del Bronzo)

IV Periodo: GRIGIO (presenza di simboli demoniaci, battaglia del bene contro il male, costruzione di una società, età del Ferro)

L’arte rupestre, attraverso un percorso cromatico, viene raccontata e ricordata agli abitanti camuni che, inconsciamente, l’hanno da sempre fatta propria.

HANNO INCISO LE SUE RADICI – di CARMINE CREMIS

La “faccia-traccia” di Carmine Cremis arriva nel Comune di Lozio, in Valle Camonica, dopo un lungo viaggio tra i continenti, colorandosi di blu in Europa, di giallo in Asia, di nero in Africa, di Verde in Oceania e di rosso in America. Un segno, una “traccia” che apre un varco per conoscere le origini dei segni impressi in modo indelebile nell’anima e nella roccia camuna. La “faccia-traccia” si è aperta alle contaminazioni e ha dialogato con la valle e gli abitanti del comune di Lozio, dando origine a nuovi volti e a nuove identità. Volti bianchi, neri, gialli, arancio, rossi intrecciati, uniti, incrociati ai segni dell’anima camuna.

SENZA TITOLO – di TIZIANA SALVINI

L’opera di Tiziana Salvini è frutto dell’associazione di immagini moderne con scenari passati che creano un dialogo tra “strutture” del presente e “strutture” del passato. Un’associazione tra i simboli del potere di ieri e quelli di oggi, che ironizza su temi che oggi si ripropongono modernizzati o, paradossalmente, più retrogradi (il rapporto con la terra, con l’alimentazione, con il corpo e con la sessualità). Il fine diventa quello di esagerare l’immaginario comune del presente e/o del futuro e metterlo “in spalle” al passato: provocare con le immagini, per incalzare stereotipi e alleggerire la polemica tipica italiana. Un ritratto di quello che eravamo e di quello che siamo…anche se ricordi, luoghi e casa, per noi, sono rimasti atemporali.

Carmine Cremis 1

Cevo - Wall in Art

SOUL OF THE WALL_CEVO – di ERON (2018)

L’opera Soul of the Wall_Cevo, vera e propria fusione poetica tra pittura e fenomeni percettivi, è contemporaneamente omaggio alla memoria storica e collettiva di Cevo ed elaborata riflessione sulla tragicità della guerra.
Collegati tramite diagonali opposte che si sviluppano dal basso verso l’alto dell’edificio, formando un’armonica e bilanciatacomposizione a fiamma, i soggetti figurativi legati al vissuto dell’edificio e alla storia del Comune emergono dalle macchie di fuliggine ricreate con maestria da Eron per evocare l’incendio del 3 luglio 1944. In quella data il paese venne bruciato per rappresaglia contro i partigiani: 151 case vennero totalmente distrutte, altre 48 rovinate, 12 saccheggiate, e furono uccise 6 persone. Su una popolazione di circa 1200 abitanti furono in 800 a rimanere senza un tetto.
Nella grande scena possiamo scorgere in primo piano il volto evanescente di Maddalena Bazzana, detta semplicemente «Nena», la maestra che insegnò in quella scuola e che fu tra le prime donne a praticare l’alpinismo a Cevo. Alle sue spalle compaiono tre scene struggenti collegate alle vicende della Resistenza – cui proprio a Cevo è dedicato un museo – e della Grande Guerra qui chiamata «Guerra Bianca» perché combattuta in quota, tra le nevi perenni dei ghiacciai: suo padre, il maestro Bartolomeo Cesare Bazzana, guida autorevole della comunità e partigiano, colto nell’istante drammatico del controllo documenti, l’ultimo abbraccio tra un soldato e la sua donna, e ancora la scalata al fronte dell’alpino.
Sono proprio queste situazioni che anticipano i momenti più cruenti delle battaglie e gli stati d’animo che emanano a creare la tensione che porta chi osserva Soul of the wall_Cevo a riflettere/interrogarsi sul non senso/senso delle guerre. Le colombe che volano e fuggono dall’oscurità dell’incendio, in tutta la loro valenza simbolica e vitalità, appaiono allora come naturale risposta alla questione che l’opera pone, come il messaggio di pace che Eron intende lanciare dalla parete dell’ex scuola di un piccolo comune che ha conosciuto da vicino la devastazione della guerra.
Soul of the Wall_Cevo appartiene all’omonima serie di interventi realizzati dall’artista in varie città del mondo. Interventi che, prendendo spunto dal fenomeno percettivo della pareidolìa (la facoltà congenita e automatica nell’uomo a trovare e ricostruire strutture ordinate e forme familiari in immagini sfuggenti e disordinate), sembrano far trasudare dalle pareti le figure di chi le ha abitate e frequentate.

Cevo Murale Di Eron 03 (Ph. Distretto Culturale VC)

Monno - Wall in Art

THE HUMAN CONDITION – di GAIA (2016)

Nel mese di settembre del 2016 lo street artist newyorkese Gaia ha realizzato su un imponente muraglione che attraversa l’abitato di Monno una grandiosa opera dal titolo “The human condition”, una celebrazione della condizione umana del migrante vista attraverso diversi contesti storici, un promemoria empatico della necessità umana di migrare, in un’epoca in cui questo tema è alla ribalta della politica europea e minaccia il concetto stesso di Stato-nazione. L’opera è installata lungo la strada principale che immette al Comune di Monno e conduce al Passo del Mortirolo, strategico punto intervallivo dal quale sono passati viandanti, mercanti, eserciti, santi, re veri e leggendari, profughi, ed è stata realizzata da un italiano di quarta generazione in un Comune che ha conosciuto in prima persona il dramma dell’emigrazione.

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Vezza d'Oglio - Wall in Art

IL BARBALUF O UOMO SELVAGGIO O SAN GLISENTE O UOMO PRIMITIVO – di OZMO (2016)

OZMO lavora dipingendo e modificando immagini e simboli trovati o rubati da internet, giocando con ambiguità con i rimandi alle tradizioni e leggende del luogo in cui si trova ad operare. Attraverso la sua l’opera sulle pareti della Casa del Parco di Vezza d’Oglio, alludendo con le sue figurazioni simultaneamente al mito dell’uomo selvatico, al S. Onofrio, all’uomo primitivo e alla leggenda di San Glisente e l’orso, ci interroga sul nostro immaginario e sul rapporto con la Natura. La maestosa sagoma dell’orso dipinta sulla grande parete laterale, ricordandoci il ritorno/ripopolamento dell’animale in Valle Camonica, ci viene incontro sfruttando un elemento architettonico e con un artificio visivo proprio dell’anamorfosi, cambiando punto di vista, ci appare tridimensionale. Sulla facciata è invece un uomo i cui tratti iconografici rimandano al Selvatico, in Valle Camonica “il Barbaluf”, a vigilare l’ingresso della Foresteria e del Centro di Educazione Ambientale con Museo Naturalistico e Laboratorio Didattico. L’uomo Selvatico, protagonista dell’immaginario collettivo di tutto l’arco alpino, è un’immagine ricorrente anche della favolistica popolare camuna. Eremita e solitario, molti anziani ancora raccontano di averlo incontrato, è considerato l’iniziatore di attività fondamentali per le singole microeconomie: la coltivazione dei campi, l’allevamento degli animali, l’apicoltura, l’arte casearia, l’arte dell’estrazione e della lavorazione dei metalli.

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Vione - Wall in Art

PIETRA FORATA, DOS DELLE BARBINE, ACCADEMIA DEL CATTABRIGA – di OZMO (2017)

Ozmo ha realizzato il suo intervento sull’imponente muro nel cuore del Comune di Vione. L’opera Pietra forata, Dos delle Barbine, Accademia del Cattabriga è ispirata alla storia e alle leggende di Vione, in particolar modo quelle legate ai riti agresti – praticati dalla comunità presso il Dos delle Barbine e nel territorio – a quei culti naturalistici tanto impressi nella memoria collettiva che nemmeno il cristianesimo è riuscito a eliminare, finendo poi per “integrarli” o esorcizzarli come mere superstizioni o espressioni di stregoneria. Ozmo ha voluto ricordare e omaggiare questi antichi rituali e simultaneamente invitarci a una riflessione profonda e contemporanea. I primi due gruppi di figure disvelano il rito praticato presso una pietra forata per invocare la pioggia e la danza circolare delle vestali del dio Bergimo, il dio celtico delle alture. Nel terzo gruppo, ispirato a Et in Arcadia ego di Poussin, il riferimento è alla prestigiosa Accademia di Vione nella quale, dal 1572 e per circa 200 anni, si insegnò gratuitamente ai figli dei pastori persino la grammatica latina. Lo stile dell’opera è quello proprio del pop, quasi una metabolizzazione wharoliana dell’arte romantica di fine secolo. Le figure sintetizzate nei forti contrasti sono avvolte e rivitalizzate dal verde brillante – tipico della vegetazione montana – citato e reinterpretato dall’artista in pennellate digitali.

00b OZMO ‘Pietra Forata Dos Delle Barbine Accademia Del Cattabriga’ Vione Ph Davide Bassanesi

Idee di viaggio

La Valle Camonica è pronta ad emozionarti. E tu, sei pronto a scoprirla? Attento, potresti non lasciarla più… Prima la scopri, poi la ami.