Comuni
Piancogno
Piancogno, il più giovane tra i comuni della Val Camonica, nasce dall’unione di diverse comunità storiche: Piamborno, un tempo parte di Borno, Cogno, che faceva parte di Ossimo, e Annunciata. La sua storia è intrecciata con fatti significativi che risalgono a secoli passati.
Nel 1168, una disputa tra gli abitanti di Esine e quelli di Piamborno riguardo alla costruzione di palizzate sul fiume Oglio per prese d’acqua, si risolse pacificamente a Montecchio. Questo episodio, pur se lontano nel tempo, testimonia delle tensioni territoriali e della necessità di trovare compromessi.
Cogno, menzionato già nel 1286 come parte di Ossimo, rivela la sua antica presenza nella regione. Nel 1518, un atto di vendetta portò alla tragica eliminazione di una famiglia rivale di Piamborno da parte dei Capitanei di Val di Scalve, lasciando una scia di violenza nella storia locale.
L’ambiente naturale ha avuto un ruolo importante nella formazione del territorio di Piano. Nel 1521, un’alluvione dell’Oglio ha modificato il paesaggio, ampliando il territorio pianeggiante. Questi eventi naturali hanno plasmato la geografia e influenzato lo sviluppo della comunità.
Nel corso dei secoli, conflitti e tensioni hanno segnato la vita di Piancogno. Nel 1756, i dissidi con Borno portarono a un tentativo di separazione, ma il Doge di Venezia oppose resistenza. Nel 1905, l’apertura del cotonificio a Cogno da parte di Vittorio Olcese segnò un importante punto di svolta economico e sociale, creando lavoro per molti abitanti della zona.
Nel corso del Novecento, nuovi sviluppi e cambiamenti hanno caratterizzato la storia di Piancogno. Nel 1963, l’unione di Piamborno e Cogno diede vita al nuovo comune di Piancogno, segnando una nuova fase della sua storia.
COSA VEDERE
- SANTUARIO DELL’ANNUNCIATA Il Convento, immerso nella natura è stato fondato nel 1467 ed è sempre stato un centro vitale per la diffusione del francescanesimo. Nel corso dei secoli, ha subito varie trasformazioni per soddisfare le esigenze dei fedeli: dalla modesta cappella iniziale si è sviluppata una maestosa chiesa a tre navate. L’Annunciazione di Maria, tema centrale, è magnificamente rappresentata negli affreschi del coro, dipinti nel 1475 da Pietro da Cemmo, mentre sulla parete divisoria risplendono gli affreschi della Passione di Cristo, opera di un anonimo artista del 1450. Oggi il convento, meta ambita di pellegrinaggio, ospita la cella-museo del Beato Innocenzo da Berzo, frate francescano venerato, la cui memoria è gelosamente custodita.
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